SPORT E CULTURA PER COSTRUIRE “COMUNITA’ INCLUSIVE”: IL PROGETTO DI AICS FORLI’-CESENA RIVOLTO AI GIOVANI MIGRANTI
04-03-2019 14:20 - News Generiche
Con un corso per arbitri e un torneo di calcio, e poi cultura con un festival musicale e un percorso di sensibilizzazione sulla legalità, e un percorso da condividere per l’attenzione al rispetto ambientale: ecco la “ricetta” del comitato Aics di Forlì-Cesena per la costruzione di una “Cultura dell’accoglienza e di comunità inclusive”. Questo il nome del progetto sociale al quale il comitato provinciale dell’Associazione italiana cultura sport ha aderito promuovendo corsi di formazione ed eventi culturali rivolti a ragazzi, italiani e migranti, tra i 16 e i 24 anni residenti sul territorio forlivese. Il progetto, diretto dalla presidente di Aics Forlì-Cesena Catia Gambadori, e coordinato da Yacine Gaye Diallo, è stato avviato nei mesi scorsi prima con incontri sulla legalità condotti da “Pensiero e azione” in tre classi dell’istituto di formazione Cnoas e alla struttura Sprar Il Margine, poi con il corso di arbitraggio al quale sono iscritti 13 ragazzi. Il percorso proseguirà con il festival musicale multietnico “Sconfinando”, con eventi rivolti alla sensibilizzazione al rispetto per la natura, e con il torneo di calcio che si terrà a maggio a Forlì.
Seguendo le linee guida del piano Aics Direzione Nazionale, Aics Forlì-Cesena e le associazioni in rete con essa sperimentano così il modello di accoglienza basato sui principi della solidarietà e della coesione sociale, che parta dal presupposto di considerare i migranti come cittadini che, abitando nel territorio ed usufruendone delle risorse, possono contribuire alla gestione delle esigenze che la comunità accogliente esprime, divenendo quindi risorse della comunità.
Seguendo le linee guida del piano Aics Direzione Nazionale, Aics Forlì-Cesena e le associazioni in rete con essa sperimentano così il modello di accoglienza basato sui principi della solidarietà e della coesione sociale, che parta dal presupposto di considerare i migranti come cittadini che, abitando nel territorio ed usufruendone delle risorse, possono contribuire alla gestione delle esigenze che la comunità accogliente esprime, divenendo quindi risorse della comunità.